Breaking News :
Negazione dell’Essere: Una riflessione sull’omicidio del brigadiere Carlo Legrottaglie
Negazione dell’Essere: Una riflessione sull’omicidio del brigadiere Carlo Legrottaglie
L’evento tragico dell’uccisione del brigadiere Carlo Legrottaglie a Francavilla Fontana non interroga soltanto l’ambito giuridico o morale della società: apre uno squarcio sull’ontologia stessa del vivere. L’atto in sé, in questo senso, non è soltanto un crimine empirico, bensì una negazione radicale dell’Essere, un atto che, sospendendo la vita, incrina anche il senso. Il brigadiere non era lì per caso. Era lì perché aveva scelto, per decenni, di incarnare un ruolo: quello del garante dell’ordine. In Martin Heidegger, l’essere umano si definisce come “Essere nel mondo”, costitutivamente legato agli altri. Il brigadiere Legrottaglie rappresentava un modo esemplare di “Essere per gli altri": la sua funzione di tutore dell’ordine non era un ruolo esterno, ma la modalità stessa con cui si esplicitava il suo Essere. Non è stata, dunque, solo troncata un’esistenza biologica, ma ha dissolto una relazione ontologica fondata sulla responsabilità. Seguendo Albert Camus, l’assurdo nasce dallo scarto tra il desiderio di senso e l’indifferenza del mondo. L’atto omicida si pone come gesto assurdo per eccellenza: sottrae significato, frattura il Logos, dissolve la fiducia nelle regole implicite dell’esistenza condivisa. Ciò che resta è un vuoto etico che risuona non solo nell’individuo ma nell’intera comunità. Ma se l’omicidio è negazione dell’essere, la risposta della comunità, il lutto, la commemorazione, la memoria, rappresenta una “rifondazione” ontologica. In Emmanuel Levinas, la responsabilità per l’Altro è ciò che fonda l’etica: rispondere alla ferita significa non solo reagire, ma tentare di rammendare lo strappo nell’Essere. In questo modo si manifesta un altro livello dell’Essere: la comunità che si stringe, che piange, che ricorda. Il dolore condiviso, i funerali solenni, le parole delle istituzioni non sono rituali: sono tentativi di ricostruire il senso, di ricucire lo strappo ontologico. In questo, la memoria di Carlo Legrottaglie diventa resistenza al non essere.