CON CARO ENERGIA PRODURRE POMODORO È COSTATO 3.500 EURO IN PIÙ AD ETTARO

Novembre 11, 2022 750

CON CARO ENERGIA PRODURRE POMODORO È COSTATO 3.500 EURO IN PIÙ AD ETTARO; MENTRE SI PAGA PIÙ BOTTIGLIA CHE PUMMAROLA.

Con il rincaro dei costi energetici che si trasferisce sui costi di produzione quest’anno produrre un ettaro di pomodoro è costato agli agricoltori in media 3.500 euro in più, mentre allo scaffale si paga più la bottiglia che il pomodoro. E’ quanto denunciato da Coldiretti Puglia, in occasione della presentazione del bilancio sociale dell’INPS Puglia.

“È necessario investire sul futuro competitivo delle imprese agricole, percorrendo insieme ai lavoratori l’unica strada possibile della crescita, tenendo conto dello scenario europeo. Le nostre imprese sono spesso penalizzate dai costi di produzione, burocrazia e lavoro. Occorre rafforzare la catena della legalità in agricoltura, minacciata e indebolita dalle distorsioni lungo la filiera, dalla distribuzione all’industria fino alle campagne, dove i prodotti agricoli sono pagati sottocosto pochi centesimi”, ha detto Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

L’aumento dei costi energetici e delle materie prime spinto dalla guerra in Ucraina ha determinato l’impennata dei costi di produzione per l’insieme delle aziende agricole – aggiunge Coldiretti Puglia - che supera 1,2 miliardi di euro, con la produzione agricola e quella alimentare che in Puglia assorbono oltre il 10,3% dei 5,578 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) all’anno dei consumi totali.

Uno tsunami che si è infatti abbattuto sulle aziende agricole con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che stanno mettendo in crisi i bilanci. Nelle campagne si registrano – insiste Coldiretti Puglia - aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio. In difficoltà è però l’intera filiera che si è trovata a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi come il vetro, che costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra un incremento del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica.

In Puglia l’agricoltura contribuisce – ricorda Coldiretti Puglia - alla formazione del PIL regionale in misura percentuale doppia rispetto alle altre regioni d’Italia, con le assunzioni di manodopera agricola pari ad un terzo di quelle effettuate in tutta Italia, quindi i rinnovi contrattuali per gli operai agricoli e florovivaisti siglati nelle provincie pugliesi diventano, spesso, punto di riferimento per le altre provincie italiane.

In tale direzione, la Fondazione “Osservatorio Agromafie”, il cui comitato scientifico è presieduto da Gian Carlo Caselli, insieme a Coldiretti e Anci, ha avviato una riflessione congiunta, coordinata da Giovanni Salvi (Procuratore generale della Cassazione), finalizzata ad elaborare una proposta per contrastare ed affrontare in maniera concreta la situazione di grave vulnerabilità e marginalità nella quale versa un segmento consistente di cittadini stranieri oggi a rischio di grave sfruttamento lavorativo, sfruttamento che si riflette sulla competitività delle imprese che rispettano le regole e sulle condizioni di lavoro anche del non migrante. Scopo di questa proposta è migliorare la disciplina e gestione del lavoro stagionale, al fine di assicurare condizioni di lavoro dignitose e legali, e, al tempo stesso, di consentire alle imprese agricole di sostenere la concorrenza internazionale.

“Una risposta tanto attesa e fortemente voluta da Coldiretti è arrivata con la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare e commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari. Un intervento normativo fortemente sollecitato da Coldiretti per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera ed evitare che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali non venga scaricato sulle imprese agricole”, ha aggiunto il presidente Muraglia.

Con il nuovo provvedimento è scattato lo stop per 16 pratiche sleali che vanno dal rispetto dei termini di pagamento (non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili) al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste on line al doppio ribasso, dalle limitazioni delle vendite sottocosto alla fine dei pagamenti non connessi alle vendite fino ai contratti rigorosamente scritti. Si realizza così  un percorso virtuoso finalizzato a garantire una equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera.

L’approvazione delle norme contro le pratiche sleali nel commercio alimentare rappresenta – conclude Coldiretti Puglia - una svolta storica per garantire un giusto prezzo ad agricoltori ed allevatori in una situazione in cui per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti meno di 15 centesimi in Italia vanno a remunerare il prodotto agricolo.

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