Mesagne. La carenza di medici nei servizi di pronto intervento In evidenza

Agosto 13, 2022 986

Restano aperti nella sanità brindisina le disfunzioni dei medici del 118 ormai ridimensionati nel numero. In alcuni turni non vi sono medici che possano salire su un’ambulanza o a presidiare la postazione. Solo alcuni giorni fa è accaduto presso la postazione del 118 di Mesagne che nel turno pomeridiano non c’erano medici in servizio. La presenza di un medico presso la struttura o sulle ambulanze è quanto mai necessaria poiché è scientificamente dimostrato che favorisce le chance di sopravvivenza dei feriti gravi. La speranza è che in questi casi non accadano situazioni di particolare gravità. Inoltre, la presenza dei medici presso gli ambulatori del Ppit decongestiona, di fatto, i codici bianchi che, altrimenti, si riverserebbero sull’ospedale “Perrino” di Brindisi intasandolo. In alcuni casi i medici del servizio di emergenza hanno chiesto di essere trasferiti in altre funzioni dell’Asl di Brindisi o al servizio di guardia medica. Su questa specifica richiesta di trasferimento è intervenuto il sindacato dei medici italiani che ha tenuto a puntualizzare che “la scelta insindacabile, sia professionale che di vita, effettuata dai medici del 118, è legata a regolare e doverosa attività di programmazione dei Servizi Sanitari Territoriali da parte della Asl di Brindisi”.

Detto ciò resta l’esempio encomiabile di quei medici che restano in trincea, cioè nel reparto di pronto soccorso, a lottare per la vita dei pazienti e contro il mal di burocrazia. Solo alcune settimane fa si è svolto in Regione un tavolo tecnico cui erano presenti le maggiori organizzazioni sindacali e l’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese. Tra le varie ipotesi di intervento che la Regione sta valutando c’è il richiamo in servizio di medici andati in pensione e che appartengono alle branche emergenziali. «Puntiamo ad incentivare la collaborazione dei medici di specialità equipollente nei pronto soccorso aumentando la quota retributiva. Inoltre – aveva dichiarato l’assessore Palese – appena verrà pubblicato il decreto legge 73 approvato in senato, partiremo con gli avvisi pubblici per l’assunzione a tempo determinato dei medici in pensione. Crediamo e auspichiamo nella comprensione e nell’aiuto dei colleghi a riposo, come già avvenuto in pieno stato pandemico, per dare respiro ai medici dei reparti d’urgenza». Questa è la realtà di un servizio che ha bisogno, come non mai, di medici indefessi.