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Mesagne. Maestra interdetta dal lavoro per maltrattamenti In evidenza

Novembre 21, 2020 6264
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Dopo diversi mesi di indagini la polizia di Mesagne ha notificato una misura interdittiva dal lavoro per 5 mesi a un’insegnate di scuola primaria accusata di maltrattamenti dei bimbi. Si tratta di una indagine oltre che molto riservata soprattutto delicata poiché l’argomento principale sono stati i “maltrattamenti” che la donna avrebbe messo in atto nei confronti degli scolaretti che sbagliavano i compiti. I piccoli, intimoriti dai “comportamenti prevaricatori e inappropriati” della loro “maestra” avevano manifestato ai loro genitori il desiderio di non recarsi più a scuola”, ha spiegato il dirigente del commissariato di Mesagne, Vincenzo Maruzzella, che ha condotto personalmente le indagini. Così, a presentare la denuncia al commissariato sono stati alcuni genitori che si erano accorti di comportamenti e richieste anomale fatte dai propri figlioli. A seguito della decisione di interdizione emessa dal tribunale il dirigente scolastico dovrebbe, lunedì, adottare la misura di sospensione dell’insegnate che, tuttavia è bene ricordare, tuttora è coperta dalla presunzione d’innocenza.

Dunque, nel pomeriggio di venerdì scorso gli agenti del commissariato di Mesagne hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura interdittiva del divieto di esercitare il pubblico servizio emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Brindisi nei confronti di un’insegnante di una scuola primaria, accusata dei reati di cui agli articoli 572 e 61 n. 11 ter e quinquies del codice penale. In pratica i reati tipici dei maltrattamenti di minori. Il provvedimento di interdizione all’attività didattica è stato adottato dopo un’attenta e scrupolosa indagine, del locale commissariato di polizia avviata immediatamente sulla scorta delle denunce presentate dai genitori dei bambini e condotta anche mediante l’ausilio di riprese audio e video, dalla quale sono emersi i maltrattamenti perpetrati nei confronti degli alunni della prima classe, “caratterizzati da sistematiche violenze morali e fisiche per punirli degli errori commessi nello svolgimento dei compiti, generando con tali condotte un clima di terrore ed uno stato di forte agitazione”, ha tenuto a far notare il dirigente di polizia. Le indagini hanno presso avvio nell’anno scolastico 2019/2020 a seguito di una denuncia presentata da alcuni genitori. Le stesse sono state interrotte nel marzo scorso a causa del blocco della didattica in presenza. Con l’inizio del nuovo anno scolastico e la persistenza dei comportamenti censurabili dell’insegnante le indagini sono state riprese e in un mese di accertamenti hanno prodotto una documentazione che i poliziotti hanno presentato al magistrato. Dalla lettura degli atti il gip presso il tribunale di Brindisi ha deciso la misura di interdizione temporale per l’insegnante. La notizia dell’interdizione dell’insegnante dal suo ruolo didattico ha creato un certo scalpore in città poiché in molti hanno messo in rilievo che la scuola dovrebbe essere un luogo in cui i bambini sono tutelati durante le fasi della didattica. Questi fatti, comunque, rischiano di mettere in discussione un modello formativo di eccellenza, dopo naturalmente, la famiglia.  

 

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Ultima modifica il Domenica, 22 Novembre 2020 09:53
Redazione

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