Mesagne. Nuovo parco fotovoltaico da 25.000 kw a Notar Panaro In evidenza

Tranquillino Cavallo Giugno 11, 2020 3846

fotovoltaico - la cattivaUn altro parco fotovoltaico da 25 mila kilowatt sta per vedere la luce

in una delle zone maggiormente ricche di testimonianze storiche-archeologiche di Mesagne. La Via (Valutazione di impatto ambientale, ndr) è stata presentata da qualche mese alle istituzioni interessate e il via ai lavori dovrebbe avvenire nelle prossime settimane. Proprietaria dell’impianto è una società siciliana, con sede sociale a Palermo. Il campo fotovoltaico, diviso in due tronconi, è denominato “Camarda” e insiste parte nella contrada “Uggio”, in agro di Brindisi, e parte in contrada “Notar Panaro”, in agro di Mesagne.masseria Notar Panaro Ed è proprio in quest’ultima contrada che si sono elevate alcune proteste di ambientalisti e studiosi giacché l’impianto sarà collocato nei pressi della masseria “Notar Panaro”, il cui nucleo originario e l’antica chiesetta, in cui ci sono testimonianze pittoriche, risalgono al XVI secolo. Non è tutto poiché la zona è a ridosso dell’area archeologica di “Muro Maurizio” in cui vi sono importanti testimonianze archeologiche di età messapica. A poca distanza c’è la masseria “Calce”, anch’essa ricca di testimonianze storiche e il tempio di “San Miserino” e le “erme romane di Malvindi”. Insomma, si tratta di una zona storica che meriterebbe una maggiore tutela ambientale. Tuttavia, proprio sulla tutela ambientale la società ha redatto un dossier nel quale nell’incipit si legge: “Il parco fotovoltaico si colloca all’interno di un contesto territoriale ottimale da un punto di vista ambientale”. Sempre secondo la relazione “l’impatto dovuto all’occupazione territoriale è molto basso, poiché anche le aree scelte all’istallazione dei pannelli verranno contemporaneamente utilizzate per la realizzazione di colture e soggette a piantumazione di vario tipo. L’area circostante l’impianto mantiene le funzioni precedenti all’installazione e può essere impiegata per altri scopi, come l’agricoltura e la pastorizia, senza alcuna controindicazione”. La società proprietaria ha assicurato che per migliorare l’inserimento ambientale dei pannelli solari “verrà posta particolare attenzione alla scelta del colore delle componenti principali dell’impianto, introducendo accorgimenti per evitare effetti di riflessione della luce da parte delle superfici metalliche”. Tuttavia, per abbattere l’impatto visivo dei pannelli la società proponente ha assicurato che “provvederà a creare, nella parte perimetrale degli impianti e comunque nell’area recintata interessata, ma non coperta dai pannelli o dalla viabilità interna, una barriera alberata costituita da vegetazione autoctona o storicizzata che mimetizzi l’impianto col verde circostante”. Purtroppo la relazione non fa nessun riferimento all’impatto relativo all’area storica di insediamento. Certo non sarà bello per i turisti e gli ambientalisti fare un tour culturale e imbattersi in questi insediamenti che non hanno sicuramente impatto zero. Come non sarà bello, una volta restaurata la masseria “Notar Panaro” avere a pochi metri un impianto fotovoltaico dall’impatto ambientale discutibile.  

Ultima modifica il Giovedì, 11 Giugno 2020 11:12