Coronavirus: magazzini pieni di olio straniero (+13%); appello a GDO 'comprate prodotto pugliese'

Marzo 28, 2020 866

coldiretti puglia logo2I magazzini di stoccaggio in Puglia sono pieni di 1 milione di litri di olio extravergine di oliva straniero già confezionato e pronto alla vendita e di 15 milioni di litri di olio straniero sfuso, con un aumento del 13% rispetto all’anno scorso.

E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Puglia su dati al 23 marzo 2020 di ‘Frantoio Italia’ dell’Ispettorato Centrale Repressioni Frodi (ICQRF) del Ministero delle Politiche Agricole rispetto allo stesso periodo del 2019, con i consumatori impossibilitati a fare scelte di acquisto consapevoli per i limiti alla movimentazione a causa dell’emergenza Coronavirus.

“Lanciamo l’appello a supermercati, ipermercati e discount di acquistare olio 100% Made in Puglia, perché tutta la filiera alimentare dal campo alla tavola deve essere compatta e solidale in questo difficile momento di emergenza, acquistando prodotti agroalimentari del territorio che mai come in questo momento sono ricercati dai consumatori e aderendo compatti alla campagna #MangiaItaliano - #MangiaPugliese”, dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. “Cooperative, frantoi e aziende agricole che hanno sempre fatto olio extravergine di qualità – aggiunge il presidente Muraglia - non rinunciano certamente ad una scelta aziendale di trasparenza e al rapporto fiduciario con i consumatori, tanto che si stanno moltiplicando le aziende disponibili a consegnare a domicilio anche l’olio extravergine, oltre ai tradizionali canali di vendita on line, nonostante le preoccupazioni per la sicurezza, i vincoli, le difficoltà economiche e gli ostacoli oggettivi all’operatività”.

Per tutelare l’immenso patrimonio valoriale della filiera olivicola pugliese serve intensificare l’attività di controllo e vigilanza anche per evitare che vengano spacciati come nazionali prodotti importati, ma è anche necessario al più presto il recepimento della direttiva (UE) 2019/633 in materia di pratiche commerciali sleali del 17 aprile 2019 – continua Coldiretti - per ristabilire condizioni contrattuali più eque lungo la catena di distribuzione degli alimenti, con l’introduzione di elementi contrattuali e sanzionatori certi rispetto a prassi che finora hanno pesantemente penalizzato i produttori e i consumatori.

“Le speculazioni in campagna vanno stanate sui banchi di vendita al consumo. In una bottiglia di olio venduta sugli scaffali della grande distribuzione a 2/3 euro è impossibile sia contenuto olio extravergine di oliva perché non coprono neanche i costi di produzione. L’olio extravergine di oliva made in Italy non può essere venduto a meno di 7-8 euro al litro allo scaffale. Bisogna guardare con più attenzione le etichette, acquistare oli sulla cui etichetta è esplicitamente indicato che siano stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente da aziende olivicole e frantoiani che fanno della tracciabilità il fiore all’occhiello aziendale”, conclude il presidente Muraglia.

Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio – aggiunge Coldiretti Puglia - si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti, dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa. Tra i prodotti alimentari venduti in offerta più frequentemente ci sono quelli simbolo della dieta mediterranea che non possono mancare sulle tavole degli italiani e hanno un effetto calamita sui clienti, a partire proprio dall’olio di oliva.

A favorire gli arrivi di olio straniero dall’estero è la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati – denuncia Coldiretti - è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile. Inoltre spesso bottiglie con extravergine ottenuto da olive straniere sono vendute con marchi italiani e riportano con grande evidenza immagini, frasi o nomi che richiamano all’italianità fortemente ingannevoli. I consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente.