Durante gli scavi dell’Acquedotto nel centro storico portato alla luce lo scheletro di un bimbo

Giugno 29, 2019 2179

lavori aqp in corsoLo avevamo già anticipato lo scorso mese di maggio che prima o poi gli scavi che l’Acquedotto pugliese sta effettuando a Mesagne, per ristrutturare la rete idrica, avrebbero portato alla luce importanti testimonianze storiche. È di ieri mattina, infatti, il rinvenimento dello scheletro di un uomo, da stabilire ancora l’età dello stesso e il periodo del suo decesso, nel cuore del centro storico di Mesagne.

Esattamente in piazzetta dei Ferdinando lì dove c’è l’abitazione del famoso medico e filosofo vissuto a cavallo del XVI e XVII secolo. Sul posto sono intervenuti i tecnici della soprintendenza e l’archeologa dell’Aqp che hanno recintato il cantiere e lo hanno messo in sicurezza. Bocche cucite su tutti i particolari. Dunque ieri mattina gli operai che stanno effettuando gli scavi nel centro storico di Mesagne erano intenti a divellere le basole e scavare per posare le nuove condotte idriche quando appena al di sotto della pavimentazione si sono imbattuti nei resti di uno scheletro.

Appena riportate alla luce sembravano le ossa di un bambino ma da un primo esame effettuato dagli esperti sembra che questa ipotesi sia stata accantonata e si stia lavorando per dare una fisionomia allo scheletro. Datazione non facile se non si effettuano tutti i test scientifici. Sul posto è giunta la dottoressa Adele Barbieri, responsabile archeologa per Aqp, gli ispettori della Soprintendenza di Taranto, l’architetto Marta Caliolo, responsabile del settore Urbanistica e Centro storico del Comune di Mesagne e Mimmo Stella incaricato dal sindaco per ciò che riguarda le politiche del centro storico. La pima domanda che ci si è posti è stato perché quell’uomo era stato sepolto poco sotto le basole. In genere le tombe rinvenute finora a Mesagne, sia a cassettone che a fossa, erano ben più profonde dal piano di calpestio. Qualcuno ha ipotizzato che poteva trattarsi di qualche vittima di lupara bianca fatta sparire dalla criminalità organizzata nei decenni scorsi. Ma il primo esame visivo dei resti umani ha scartato tale inquietante ipotesi. Di più non si è riusciti a sapere poiché la dottoressa Barbieri ha reso off limits l’area.

Le ossa sono state deposte in una cassetta e consegnata agli esperti della Soprintendenza per il relativo studio. Tuttavia, adesso resta negli Amministratori la preoccupazione di proseguire regolarmente i lavori di scavo. Infatti, se la Soprintendenza dovesse bloccarli per eseguire alcuni saggi conoscitivi i tempi di consegna dell’impianto potrebbero allungarsi di molto. Inoltre, c’è ancora molto da scavare nel centro storico e non è escluso che possano essere rinvenute altre testimonianze storiche. Così, dopo quest’ultimo rinvenimento sarebbe quanto mai auspicabile che Acquedotto pugliese organizzi, a fine lavori, una mostra di tutti i reperti, per la maggior parte frammenti, rinvenuti durante lo scavo con la relativa tipologia e datazione. Il tutto per ricostruire uno spaccato di quella parte della città e mettere un’altra tessera del mosaico della micro storia di Mesagne che si sta componendo anno dopo anno. (foto archivio)

Ultima modifica il Sabato, 29 Giugno 2019 12:18