Fasano: “violenza di genere” intervento dei Carabinieri nell’ambito del convegno organizzato dal CIISAF

Novembre 24, 2018 1545

2018-11-24 133002Nell’ambito del convegno volto ad analizzare la violenza di genere, organizzato dal Consorzio per l’Integrazione e l’Inclusione Sociale dell’Ambito Territoriale di Fasano CIISAF, con il patrocinio del Comune di Fasano, il Sottotenente Gerardo Manzolillo comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia, ha tenuto un intervento sul tema.

L’Ufficiale, dopo aver introdotto il significato di “violenza di genere”, ha illustrato la grande attenzione che viene dedicata alle vittime del reato, nonché la crescente importanza che nel corso degli ultimi anni, le legislazioni nazionali e internazionali, hanno rivolto alla questione delle donne, ed altresì alla necessità di definirne i diritti, sia per promuovere attività di prevenzione, sia per individuare e diffondere regole minime e prassi operative per la protezione e l’assistenza delle stesse. L’Ufficiale ha rappresentato come il maggior numero di casi di violenza contro le donne è riconducibile alla c.d. “violenza domestica”, definita all’art. 3 della Convenzione di Istanbul come: “tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all'interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l'autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima”.

Questa definizione è stata ripresa nel nostro ordinamento attraverso la Legge n. 119/2013, nota come “Legge sul femminicidio”, che ha introdotto nel diritto sostanziale e processuale una serie di interventi tesi ad aumentare e rafforzare le forme di protezione previste in favore delle vittime. Nel corso dell’ intervento si è soffermato sulla violenza fisica, individuabile più facilmente, che consiste nel generare intenzionalmente un danno fisico con mezzi differenti. Mentre la violenza psicologica, più difficilmente constatabile rispetto a quella fisica, ma in pari misura è fonte di sofferenza e conseguente danno. Può manifestarsi attraverso vari comportamenti: gli insulti, le ingiurie, il rifiuto di comunicazione, le rivalse sui figli, atti provocatori o ritorsivi (es. buttare, strappare, rompere oggetti che hanno un valore affettivo per la donna, minacciare di fare del male ad animali domestici), nonché tramite tutte quelle condotte finalizzate a controllare, svalorizzare, umiliare e sottomettere la vittima. Si tratta di una grave forma di perversione relazionale, che rende le donne talmente assuefatte e dipendenti da essere spesso inconsapevoli rispetto a ciò che sta loro accadendo, giungendo talvolta persino a convincersi, facendole proprie, delle ragioni del maltrattante, che è spesso un abile manipolatore. È una forma di violenza molto insidiosa, perché indiretta, costante e ripetuta. In ultimo il Sottotenente Manzolillo ha analizzato il rapporto tra la vittima e le Forze dell’Ordine che rappresenta un momento molto delicato. Una vittima di violenza si determina a rivolgersi alle Forze dell’Ordine al termine di un percorso più o meno lungo, durante il quale ha maturato la consapevolezza della gravità della propria condizione.

Solitamente avviene quando la violenza è diventata talmente grave da renderla non più sopportabile. Non di rado in questa presa di coscienza risulta determinante la minaccia che la vittima avverte non tanto per la propria incolumità, quanto per quella dei figli. Altre volte il contatto con le forze dell’ordine avviene invece in maniera immediata, meno ponderata, conseguenza di situazioni di emergenza contingenti che hanno fatto scaturire una richiesta urgente d’intervento al numero 112 dei Carabinieri, o direttamente da parte della vittima stessa o da terze persone. La maggiore consapevolezza da parte delle vittime determina un nuovo scenario verso cui si è orientati, ovvero la maggiore capacità delle donne di prevenire e contrastare il fenomeno e di una crescita della coscienza femminile; l’aumentata informazione diffusa nella società: se ne parla di più nei media, soprattutto della violenza da partner o ex; maggiore attivazione sul campo delle associazioni e dei servizi pubblici; ed in ultimo un clima sociale di maggiore e sempre crescente attenzione dato anche dalle leggi che si sono susseguite. All’intervento dell’Ufficiale hanno assistito circa 50 persone.

Ultima modifica il Sabato, 24 Novembre 2018 13:37