La Rianimazione dell'ospedale "Perrino" meriterebbe maggiori attenzioni

Giugno 19, 2017 2739

ospedale perrino internoL'Unità operativa complessa di Anestesia e Rianimazione dell'ospedale "Perrino" di Brindisi

rischia il collasso per carenza di personale infermieristico. Con l'arrivo dell'estate i problemi si acuiscono ulteriormente e potrebbero incidere sulla qualità del servizio. Attualmente presso l'ospedale "Perrino" di Brindisi vi sono due blocchi di Rianimazione, uno al quinto piano e uno all'ottavo, con otto posti letto ciascuno. Un blocco, infatti, è stato trasferito due anni fa in attesa di sistemare un padiglione al quinto piano. Lavori che ancora non si sono conclusi. Perciò i due blocchi sono, di fatto, divisi incidendo sulla funzionalità del reparto stesso. L'Unità operativa complessa di Anestesia e Rianimazione ha un totale, quindi, di 16 posti letto. Attualmente, però, il numero dei presenti è di oltre 20 unità ricoverate perciò in alcuni box vi sono due pazienti anziché 1. Non è tutto poiché, di norma, dovrebbe esserci 1 infermiere su 2 pazienti invece ci sono circa 2 o 3 infermieri, per turno, su 8 pazienti. Se a ciò si aggiunge che per urgenze in altri reparti, sulle ambulanze per il trasferimento di pazienti in altri ospedali, o al pronto soccorso è richiesto l'intervento di un infermiere rianimatore il reparto di Rianimazione è ridotto con l'organico a lumicino. Tutto ciò incide sugli orari di lavoro, sulle ferie, sulla copertura delle assenze, sulla reperibilità. Inoltre, crea un aggravio delle responsabilità sui già pochi infermieri che ogni giorno si impegnano per garantire e salvaguardare la salute dei pazienti ricoverati elevando il loro livello di stress. Per non parlare della presenza degli operatori socio sanitari e degli assistenti, anche loro sotto organico, che se sono in giro per i reparti per il disbrigo delle pratiche sanitarie non sono presenti in loco. Capita, perciò, che gli infermieri svolgano, senza nessun problema, compiti demanzionati. Su questa situazione più volte sono intervenute le organizzazioni sindacali ed è stata presentata anche una denuncia al comando dei carabinieri. Nulla, però, è stato risolto. I problemi restano e i potenziali pericoli per i pazienti sono piuttosto reali Nonostante queste criticità il reparto di Rianimazione dell'ospedale "Perrino" è il fiore all'occhiello della sanità pubblica provinciale poiché gli uomini e le donne che ci lavorano dentro, medici e infermieri, lo fanno con grande professionalità e, soprattutto, profondo amore per il prossimo. Trattano pazienti e familiari con il dovuto rispetto e disponibilità, atteggiamenti davvero encomiabili. Non a caso il reparto, diretto con grande professionalità e competenza dal dottor Franco Caputo, ha raggiunto il massimo punteggio, 5 stelle, sul sito nazionale www.qsalute.it, portale di riferimento sul mondo della salute e della sanità italiana, per competenza, assistenza, pulizia e servizi. Un reparto d'élite, dunque, che andrebbe aiutato dando quella dignità professionale e umana a tutti coloro che giornalmente mettono la loro vita a disposizione dei pazienti maggiormente vulnerabili.

 

La grave carenza di infermieri e la totale assenza di personale di supporto (Oss), nelle diverse unità operative dell'ospedale "Perrino" di Brindisi si acuisce soprattutto nei mesi estivi, in concomitanza con il programma ferie del personale di comparto. Così, ieri mattina la Funzione pubblica della Cgil ha inviato una nota al direttore generale e a quello sanitario dell'Asl di Brindisi mettendo in evidenza una serie di criticità a cui l’azienda ancora non riesce a far fronte. "Tra le tante criticità, da noi segnalate, oltre al Pronto soccorso del “Perrino”, vi sono, anche alcune terapie intensive e tra queste, sicuramente, la terapia intensiva di Rianimazione", ha spiegato Mimmo Stella, coordinatore esecutivo per la Cgil sanità, che ha tenuto a precisare che "in ognuno dei due moduli con otto posti letto ubicati al “Perrino”, dovrebbero essere presenti almeno quattro infermieri fissi in turno ma spesso accade che vi siano tre unità infermieristiche e a volte addirittura è accaduto che rimangano solo due infermieri." Una unità infermieristica, infatti, “disertando l’assistenza diretta ai pazienti ricoverati in Rianimazione, si fa carico insieme al medico rianimatore, delle diverse chiamate, per i pazienti di tutti gli altri reparti del “Perrino” e soprattutto del Pronto soccorso, nei frequenti casi di emergenza rianimatoria, oltre a garantire eventuali trasferimenti in altri ospedali, programmati in orari antimeridiane". La Cgil sostiene con fermezza "che è sempre necessario garantire la presenza di almeno quattro unità infermieristiche a turno per ogni modulo di otto posti letto, secondo gli standard operativi previsti per le terapie intensive". Questa evenienza è diventata, purtroppo, una vera utopia. "Ad oggi, infatti, questo aspetto importantissimo che dovrebbe garantire e salvaguardare la salute dei pazienti ricoverati nella Rianimazione, nonché l'integrità psico-fisica del personale infermieristico, viene continuamente eluso", ha tenuto a sottolineare il coordinatore piuttosto amareggiato poiché "tale necessità implica ogni volta l’allontanamento di un infermiere in turno con l’aumento del carico di lavoro e di una maggiore responsabilità professionale per gli unici infermieri che incredibilmente e inspiegabilmente vengono lasciati soli nel settore della Rianimazione interessata, anche in presenza di pazienti ricoverati in numero eccedente ai normali otto posti letto presenti in reparto". Inoltre, i monitor per controllare le funzioni vitali sono otto come i posti letto. Per le eccedenze il personale utilizza dei mini monitor aggiuntivi dove la lettura dei dati è piuttosto difficile. Per tutte queste problematiche la Cgil ha chiesto ai dirigenti sanitari “di voler immediatamente porre in essere tutti gli opportuni provvedimenti atti a risolvere la problematica denunciata, anche per scongiurare eventuali eventi avversi che potrebbero verificare lavorando continuamente sotto organico e sotto stress”.