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Pne, la Stroke Unit del Perrino si conferma centro d'eccellenza
Pne, la Stroke Unit del Perrino si conferma centro d'eccellenza.
La Stroke Unit dell'Unità operativa di Neurologia dell’ospedale Perrino di Brindisi nel 2023 ha registrato 474 ricoveri per ictus acuto e 44 trombolisi.
Nel recente report Pne (Programma nazionale esiti) dell'Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, la Neurologia di Brindisi si è distinta per un costante e progressivo miglioramento, rispetto agli anni precedenti, dei diversi indicatori relativi alla patologia cerebrovascolare: volume ricoveri, ospedalizzazioni, ricoveri per trombolisi, riammissione a trenta giorni, mortalità a trenta giorni.
"La Stroke Unit del Perrino - spiega il direttore della Neurologia, Augusto Maria Rini - è la prima sorta in Puglia, nel 2008, e dispone di sei posti di degenza nei quali vengono accolti e costantemente monitorati e trattati i pazienti con ictus acuto. L’impegno e l’orgoglio di tutto il personale, dai medici agli oss, permettono quotidianamente di perfezionare i livelli qualitativi di assistenza e di recupero del soggetto con ictus".
Per i suoi livelli di eccellenza, dal punto di vista dell'organizzazione, della casistica e dei risultati di cura la Unità operativa di Neurologia-Stroke Unit del Perrino è stata insignita del premio internazionale 2022 European Stroke Organization (Eso) - Angels Awards - Gold Status.
Rini sottolinea che "l’ictus, o evento acuto cerebrovascolare, rappresenta la seconda causa di morte e la prima causa di disabilità nel mondo, con un rilevante impatto individuale, familiare e sociosanitario. L’incidenza della patologia aumenta esponenzialmente con l’età. Negli ultimi decenni è emerso in maniera sempre più rilevante che l’ictus è una patologia “tempo-dipendente”: ogni secondo o minuto in più determina la perdita irreversibile di un numero sempre maggiore di neuroni. Per questo si dice “Time is Brain”. Solo un rapido intervento può limitare i conseguenti danni cerebrali e le complicanze legate all’ictus, migliorando il recupero e la qualità di vita di pazienti e caregiver, grazie ad interventi sia farmacologici (trombolisi), che di neuroradiologia interventistica (trombectomia), che hanno come obiettivo la ricanalizzazione precoce del vaso occluso. Inoltre, è bene sottolineare che il ricovero in strutture idonee, ad alta intensità di cure, con personale ultra-specializzato, migliora l’outcome dei pazienti".
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