Redazione

Una bomba carta è stata fatta esplodere da ignoti individui sotto una Mini One posteggiata in strada nella marina di Torre Santa Sabina, in territorio di Carovigno. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco. Sulla vicenda indagano i carabinieri.

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Potrebbe essere una intossicazione alimentare quella in cui si sono imbattute quattro persone, tre ragazzini e il papà, residenti a Manduria che avevano fatto visita a un parente di Francavilla che aveva offerto loro una bibita per dissetarsi. Appena bevuta la bevanda due ragazzi sono svenuti mentre l'altra fratello ha accusato forti dolori all'addome. Stessa situazione per il loro papà. I quattro sono stati soccorsi e condotti d'urgenza presso l'ospedale Perrino di Brindisi. Qui sono stati stabilizzati e ricoverati. Sulla vicenda indagano i carabinieri che hanno sequestrato la bibita residua per essere sottoposta ad analisi. 

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Con ROOTS si conclude la prima edizione del Medicine Endorphin Fest.  L'appuntamento è per domenica 5 maggio dalle 20.30 alle Officine Ipogee. Un invito a sentirsi parte del tutto, a tessere una trama immaginaria infinita, a ritrovare radici comuni . Con Roots si chiude la trilogia iniziata con  TIME e PLASTIC PEACE alla ricerca di nuovi sguardi sul presente che possa farci restare umani e rimanere uniti.

Messaggio dei Vescovi per la Festa dei Lavoratori

1° maggio 2024

 

Il lavoro per la partecipazione e la democrazia

 

Lavorare è fare “con” e “per”

«Il Padre mio opera sempre e anch’io opero» (Gv 5,17). Queste parole di Cristo aiutano a vedere che con il lavoro si esprime «una linea particolare della somiglianza dell’uomo con Dio, Creatore e Padre» (Laborem exercens, 26). Ognuno partecipa con il proprio lavoro alla grande opera divina del prendersi cura dell’umanità e del Creato. Lavorare quindi non è solo un “fare qualcosa”, ma è sempre agire “con” e “per” gli altri, quasi nutriti da una radice di gratuità che libera il lavoro dall’alienazione ed edifica comunità: «È alienata la società che, nelle sue forme di organizzazione sociale, di produzione e di consumo, rende più difficile la realizzazione di questo dono ed il costituirsi di questa solidarietà interumana» (Centesimus annus, 41).

In questa stessa prospettiva, l’articolo 1 della Costituzione italiana assume una luce che merita di essere evidenziata: la “cosa pubblica” è frutto del lavoro di uomini e di donne che hanno contribuito e continuano ogni giorno a costruire un Paese democratico. È particolarmente significativo che le Chiese in Italia siano incamminate verso la 50ª Settimana Sociale dei cattolici in Italia (Trieste, 3-7 luglio), sul tema “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro”. Senza l’esercizio di questo diritto, senza che sia assicurata la possibilità che tutti possano esercitarlo, non si può realizzare il sogno della democrazia.

Il “noi” del bene comune: la priorità del lavoro

Come ricorda papa Francesco in Fratelli tutti, per una migliore politica «il grande tema è il lavoro. Ciò che è veramente popolare - perché promuove il bene del popolo - è assicurare a tutti la possibilità di far germogliare i semi che Dio ha posto in ciascuno, le sue capacità, la sua iniziativa, le sue forze» (n.162). Le politiche del lavoro da assumere a ogni livello della pubblica amministrazione devono tener presente che «non esiste peggiore povertà di quella che priva del lavoro» (ivi). Occorre aprirsi a politiche sociali concepite non solo a vantaggio dei poveri, ma progettate insieme a loro, con dei “pensatori” che permettano alla democrazia di non atrofizzarsi ma di includere davvero tutti (cfr. Fratelli tutti, 169). Investire in progettualità, in formazione e innovazione, aprendosi anche alle tecnologie che la transizione ecologica sta prospettando, significa creare condizioni di equità sociale. È necessario inoltre guardare agli scenari di cambiamento che l’intelligenza artificiale sta aprendo nel mondo del lavoro, in modo da guidare responsabilmente questa trasformazione ineludibile.

Prenderci cura del lavoro è atto di carità politica e di democrazia

“A ciascuno il suo” è questione elementare di giustizia: a chiunque lavora spetta il riconoscimento della sua altissima dignità. Senza tale riconoscimento, non c’è democrazia economica sostanziale. Per questo, è determinante assumere responsabilmente il “sogno” della partecipazione, per la crescita democratica del Paese.

  • Le istituzioni devono assicurare condizioni di lavoro dignitoso per tutti, affinché sia riconosciuta la dignità di ogni persona, si permetta alle famiglie di formarsi e di vivere serenamente, si creino le condizioni perché tutti i territori nazionali godano delle medesime possibilità di sviluppo, soprattutto le aree dove persistono elevati tassi di disoccupazione e di emigrazione. Tra le condizioni di lavoro quelle che prevengono situazioni di insicurezza si rivelano ancora le più urgenti da attenzionare, dato l’elevato numero di incidenti che non accenna a diminuire. Inoltre, quando la persona perde il suo lavoro o ha bisogno di riqualificare le sue competenze, occorre attivare tutte le risorse affinché sia scongiurato ogni rischio di esclusione sociale, soprattutto di chi appartiene ai nuclei familiari economicamente più fragili, perché non dipenda esclusivamente dai pur necessari sussidi statali.
  • Un lavoro dignitoso esige anche un giusto salario e un adeguato sistema previdenziale, che sono i concreti segnali di giustizia di tutto il sistema socioeconomico (cfr. Laborem exercens, 19). Bisogna colmare i divari economici fra le generazioni e i generi, senza dimenticare le gravi questioni del precariato e dello sfruttamento dei lavoratori immigrati. Fino a quando non saranno riconosciuti i diritti di tutti i lavoratori, non si potrà parlare di una democrazia compiuta nel nostro Paese. A questo compito di giustizia sono chiamati anche gli imprenditori, che hanno la specifica responsabilità di generare occupazione e di assicurare contratti equi e condizioni di impiego sicuro e dignitoso.
  • I lavoratori, consapevoli dei propri doveri, si sentano corresponsabili del buon andamento dell’attività produttiva e della crescita del Paese, partecipando con tutti gli strumenti propri della democrazia ad assicurare, non solo per sé ma anche per la collettività e per le future generazioni, migliori condizioni di vita. La dimensione partecipativa è garantita anche dalle associazioni dei lavoratori, dai movimenti di solidarietà degli uomini del lavoro e con gli uomini del lavoro che, perseguendo il fine della salvaguardia dei diritti di tutti, devono contribuire all’inclusione di ciascuno, a partire dai più fragili, soprattutto nelle aziende.
  • Le Chiese in Italia, impegnate nel Cammino sinodale, continuano nell’ascolto dei lavoratori e nel discernimento sulle questioni sociali più urgenti: ogni comunità è chiamata a manifestare vicinanza e attenzione verso le lavoratrici e i lavoratori il cui contributo al bene comune non è adeguatamente riconosciuto, come anche a tenere vivo il senso della partecipazione. In questa prospettiva, gli Uffici diocesani di pastorale sociale e gli operatori, quali i cappellani del lavoro, promuovano e mettano a disposizione adeguati strumenti formativi. Ciascuno deve essere segno di speranza, soprattutto nei territori che rischiano di essere abbandonati e lasciati senza prospettive di lavoro in futuro, oltre che mettersi in ascolto di quei fratelli e sorelle che chiedono inclusione nella vita democratica del nostro Paese.

 

La Commissione Episcopale

per i problemi sociali e il lavoro,

la giustizia e la pace

Tre impianti di protesi d’anca bilaterale sono stati eseguiti negli ultimi sei mesi dall’équipe dell’Unità operativa complessa di Ortopedia e traumatologia dell’ospedale Perrino, diretta da Gianfranco Corina. I pazienti, con età media di 32 anni, sono giunti all’osservazione dei medici accusando dolore bilaterale all’anca da necrosi avascolare delle teste femorali. Una volta ricoverati, hanno osservato un periodo medio di ospedalizzazione di circa cinque giorni, hanno iniziato la riabilitazione dal secondo giorno postoperatorio e, dopo la stabilizzazione degli esami ematochimici, sono stati dimessi.

“La possibilità di eseguire questi interventi a Brindisi – spiega Corina - permette alla popolazione locale di usufruire di un servizio presente in pochi centri ultra specializzati e di limitare l’esodo verso altre regioni. Le protesi d’anca hanno una durata media di 15 anni nel 95% dei pazienti. Vista la giovane età dei candidati a questo tipo di chirurgia – prosegue Corina - è fondamentale l’impianto delle protesi a stelo corto. Questa tecnica consente di eseguire un intervento meno invasivo con un risparmio dell’osso, che permette di porre le basi per un successivo intervento di revisione protesica in cui sarà possibile impiantare uno stelo standard.”

La necrosi avascolare o ischemica della testa del femore è una condizione patologica generata da un’insufficiente perfusione ematica che, se diagnosticata tardivamente, culmina nell’osteonecrosi e nel collasso della testa del femore inducendo una degenerazione artrosica precoce. È una patologia altamente invalidante che impedisce la deambulazione e costringe il paziente all’uso di bastoni o sedia a rotelle.

“Il dolore – prosegue il direttore - è solitamente il sintomo di esordio. Frequentemente insorge all’improvviso nella zona dell’inguine, si irradia verso la faccia anteriore o anteromediale della coscia e più raramente al gluteo. Spesso è presente anche a riposo ma il carico e la deambulazione contribuiscono ad aggravarlo significativamente. In letteratura viene stimato che il numero totale di pazienti affetti da tale condizione patologica in tutto il mondo potrebbe superare i venti milioni nel prossimo decennio: la patologia può insorgere a qualunque età”. L’approccio terapeutico può prevedere un trattamento farmacologico e biofisico solo nelle fasi più precoci. Nella maggior parte dei casi è necessario l’intervento chirurgico.

La sostituzione protesica dell’articolazione dell’anca è una tecnica chirurgica ampiamente diffusa e al Perrino ne vengono eseguite circa duecento ogni anno. La sostituzione protesica simultanea di entrambe le articolazioni coxofemorali affette da patologia degenerativa, invece, viene riservata solo a pazienti attivi, giovani-adulti, senza o con poche patologie associate, non anemici o cardiopatici. “Per eseguire questo tipo di intervento – aggiunge Corina - è necessaria un’attenta valutazione dello stato clinico complessivo del paziente: importanti sono l’analisi delle motivazioni e delle aspettative del paziente candidato, nonché una corretta informazione da parte del chirurgo”.

Per affrontare correttamente questa procedura è di fondamentale importanza l’esperienza del chirurgo e della sua équipe che devono prestare massima attenzione a contenere il tempo totale dell’operazione. “L’intervento – spiega il direttore - viene eseguito partendo dal lato più doloroso. Se le condizioni cliniche intraoperatorie lo consentono, poi, si procede all’impianto di una protesi alla seconda anca nella stessa seduta operatoria. A tal proposito, un ruolo chiave è ricoperto dall’équipe anestesiologica che deve rilevare possibili controindicazioni nel prolungare l’anestesia e deve individuare eventuali criticità intra e perioperatorie”.

L'impianto bilaterale ha tra i suoi vantaggi quello di sottoporre il paziente a un’unica anestesia, un solo periodo riabilitativo e una sola sospensione dall’attività lavorativa. L’intervento chirurgico deve essere corredato da un protocollo riabilitativo personalizzato tale da consentire al paziente di riprendere a camminare con un ritorno rapido e sicuro alle proprie attività. I soggetti che giungono in ospedale con evidenti difficoltà deambulatorie, a volte in sedia a rotelle, eseguono un percorso di riabilitazione che permette la ripresa già durante la degenza postoperatoria.

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I 33 ragazzi/e della Parrocchia di S. Antonio di Mesagne che si apprestano a ricevere il Sacramento della Prima Comunione domenica 19 e 26 maggio presso la Chiesa di San Giovanni Paolo II (chiesa nuova afferente alla Parrocchia),  hanno attuato un significativo gesto d’amore  verso due Associazioni che si occupano di aiutare persone in difficoltà, ovvero la TMA (Terapia Multisistemica in Acqua) che si rivolge a ragazzi/e affetti da autismo, e  l’AICE  (Associazione Italiana Contro l’Epilessia) della Provincia di Brindisi che si occupa di soggetti affetti da epilessia. I ragazzi hanno sacrificato  parte dei  loro risparmi, donandoli a queste due associazioni molto attive che operano sul territorio, invitandole nel pomeriggio di domenica,  dedicato al “ritiro” pre-Comunione, a condividere con loro e le proprie famiglie dolci e caffè per poi consegnare ai rappresentanti intervenuti il denaro  raccolto. Parlare del dono e del donare può risultare alquanto inattuale oggi, in una società in cui ognuno persegue il proprio interesse, dove la normalità è il guadagno, il profitto e l’accumulo,  dove i rapporti risentono di un individualismo crescente che mette al primo posto l’interesse dei singoli e dove ogni azione trova giustificazione dentro la logica del vantaggio. In questo tipo di società ci sono da una parte coloro che danno poco del molto che hanno e lo danno per ottenere riconoscenza e,  il loro segreto desiderio guasta i loro doni, mentre ci sono altri  che hanno poco e lo danno tutto; questi ultimi sono proprio coloro  che credono nella vita e nella generosità della vita e,  il loro scrigno non è mai vuoto. Attraverso il dono si esprime generosità, solidarietà e connessione, contribuendo alla costruzione di relazioni significative e coesione sociale. Ciò che hanno fatto questi trentatrè ragazzi è un gesto significativo che li arricchisce nel loro intimo e   li aiuterà sicuramente  a capire che un gesto solidale può essere contagioso e fare la differenza nella vita delle tante persone affette da queste patologie e sicuramente daranno ragione a chi sostiene che “da soli si va veloci ma insieme si va lontano”. I rappresentanti delle due associazioni, hanno sostenuto con forza che questi ragazzi danno speranza per una società migliore e sicuramente di fronte ad una persona in difficoltà non si gireranno dall’altra parte. I ragazzi sono stati supportati in questo loro nobile gesto, sia dai genitori, molto attivi e sensibili su queste tematiche, sia dalla loro catechista e dal Parroco Don Piero Demita, da sempre attento e partecipe verso queste tematiche. Don Piero ha affermato che “bisogna attuare delle prassi inclusive” perché ogni ragazzo/a ha diritto di giocare la sua partita e ha promesso alle due Associazioni che in un futuro prossimo si impegnerà affinchè si tengano dei corsi di formazione/informazione inerenti queste patologie che creano discriminazione e stigma, aperti a tutta la comunità e non solo, presso  il bellissimo auditorium del Nuovo Complesso Parrocchiale di San Giovanni Paolo II,  perché “più si conosce e meno si discrimina”.  Sia l’Associazione TMA che l’AICE ringraziano i ragazzi e le loro famiglie, oltre che la catechista e Don Piero per quanto fatto e per quanto hanno promesso di fare.

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Festa grande a Gioia del Colle, in provincia di Bari, grazie al 10eLotto. Nella località pugliese vinti 15mila euro grazie a un “7 Doppio Oro” nell'estrazione abbinata a quella del Lotto di lunedì 29 aprile. L'ultimo concorso del 10eLotto ha distribuito 15,4 milioni di euro, per un totale di 1,3 miliardi da inizio anno.

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Il Parco è Casa tua

Aprile 30, 2024

Nell’ambito del programma che vede Azione Cattolica sostenere nel 2024 le attività di Legambiente in tutta l’Italia, si svolgerà il 4 maggio dalle ore 16 alle 19 a Brindisi l’iniziativa “Il Parco: casa tua!” nel Parco Antonio Di Giulio, questa iniziativa ha lo scopo di richiamare l’attenzione sul degrado che interessa il Parco, sugli atti vandalici che si susseguono anche in danno della scuola materna presente nello stesso Parco e sulla necessità che la cittadinanza e in primo luogo gli abitanti del quartiere Commenda sentano proprio questo bene ambientale e luogo di incontro per famiglie ed amanti della natura.

La presenza di volontari e soprattutto di giovani consentirà di monitorare le tante criticità presenti e di proporre all’amministrazione comunale le soluzioni più idonee. A quanto pare gli atti vandalici sono posti in essere da giovani anche riuniti in gruppi che intimidiscono i sempre più scarsi visitatori del Parco. Sicuramente è necessario ricorrere a sistemi di vigilanza costante e di repressione degli atti vandalici e dei conseguenti reati, ma contemporaneamente è necessaria una cittadinanza attiva nel tutelare e vivere il Parco.

Legambiente, già nel 2016 ha presentato anche attraverso un convegno la proposta di costituzione di un ente parco Brindisi Natura per la gestione di tutti i parchi urbani e di tutte le aree protette presenti nel territorio comunale di Brindisi, la proposta articolata sulla base dell’esperienza costruita dall’ente parco Roma Natura e dall’allora suo presidente Maurizio Gubbiotti fu nuovamente ufficializzata il 4 ottobre 2018, in un incontro con il Sindaco alla presenza del presidente nazionale di Federparchi e garantì il proprio sostegno in caso di costituzione dell’ente parco. Purtroppo, è mancata una organizzazione organica ed efficiente della programmazione della gestione dei parchi cittadini con l’effetto di disperdere finanziamenti attraverso interventi estemporanei: è tipico il caso della masseria Villanova destinata ad essere il centro visite del parco, tutt’ora sulla carta e non tutelato, delle saline di Punta della contessa che dopo la spesa di centinaia di migliaia di euro (pare un milione) è stata nuovamente devastata dai vandali in assenza di una pianificazione e di una gestione delle attività di tutela e valorizzazione del parco.

Legambiente e Azione Cattolico della Diocesi di Brindisi, hanno già ottenuto adesioni per la realizzazione dell’iniziativa ed invitano associazioni, rappresentanze sociali ed istituzionali e semplici cittadini a partecipare sabato 4 maggio dalle 16, in un Parco che per la Città è ancor più per il circolo di Legambiente di Brindisi intestato al dottor Di Giulio, ha una valenza intrinseca ed una legata alla personalità a cui è intestato come ebbe a sottolineare all’atto dell’inaugurazione l’allora Sindaco Mimmo Mennitti.

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Mettere in sinergia la bellezza del territorio di San Michele Salentino con lo spirito di solidarietà dei suoi abitanti per un'esperienza forte di comunità. È questo il motore che ha mosso anche quest’anno gli organizzatori della “Ciclopasseggiata solidale”, giunta alla seconda edizione, che si svolgerà domenica 5 maggio e che vedrà una raccolta fondi per l’AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma) e il reparto di Ematologia dell’ospedale Perrino di Brindisi. La primavera e i suoi colori faranno da cornice alla manifestazione organizzata dall’Amministrazione comunale di San Michele Salentino, assessorato allo Spettacolo guidato da Angela Martucci, in collaborazione con la famiglia Ligorio, un gruppo di amici vicini alla famiglia con il contributo fattivo e operativo di Lino De Donno, insieme all’AVIS e alla Parrocchia per ricordare Antonella Ligorio.

“Quando i miei concittadini si muovono in sinergia riescono a ottenere obiettivi importanti – spiega il sindaco Giovanni Allegrini -. Anche quest’anno, insieme alla famiglia Ligorio e al gruppo di amici a loro vicini, vogliamo ricordare Antonella, donna forte e madre amorevole, realizzando progetti concreti. Per questo motivo abbiamo pensato alla lotta alla leucemia e ad altri linfomi con delle iniziative anche per i pazienti del reparto di Ematologia del Perrino. Invito tutti a prendere parte a questa iniziativa – conclude -, sapendo che insieme riusciamo a muovere montagne e per ritrovarci come comunità vitale e intraprendente”.

Il raduno è fissato alle ore 9:30 in piazza Marconi. Alle 10:00 è prevista la benedizione da parte del parroco don Tony Falcone e poi via per le strade del centro e dell’agro di San Michele Salentino. Gli organizzatori prevedono che si giunga in Villa comunale per le 12:30 dove, grazie all’associazione “Donne per le Donne” e ad altre attività locali che saranno presenti in Villa, verranno serviti i piatti della tradizione pugliese (orecchiette, braciole, polpette) il cui ricavato verrà donato a sostegno della raccolta fondi. Alle 17:00, a conclusione della presentazione del progetto “Galattica”, è stato programmato il sorteggio dei premi per i partecipanti alla ciclopasseggiata. Per informazioni ci si può rivolgere a Pino Ligorio al numero 333 8619391 oppure a Lino De Donno al numero 338 2720447. Per prenotare un tavolo è possibile contattare Katia Giannone al numero 349 3727399.

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Non si attenua la polemica sollevata da studenti e genitori di Mesagne per non aver potuto usufruire il 26 e 27 aprile scorsi delle corse della Società trasporti pubblici per raggiungere gli istituti scolastici di Brindisi che non avevano aderito al ponte del 25 aprile. “Spiace dover rilevare – è scritto in una nota diramata dalla Stp - che le iniziative poste in essere abbiano potuto creare difficoltà ad alcuni utenti interessati a tratte gestite da Stp Brindisi evidentemente non raggiunti dagli avvisi pubblicati nei giorni precedenti e si assicura che i componenti dell’organo di Amministrazione e la stessa Direzione aziendale hanno avviato iniziative per attivare ulteriori canali di comunicazione che possano fornire una più tempestiva e mirata informativa circa le variazioni introdotte allo svolgimento dei servizi giungendo anche ad introdurre sistemi che di tali eventi possano garantire informazione diretta ai singoli clienti”. Detto ciò l’azienda ha chiarito che “nelle giornate del 26 e 27 aprile la Stp ha garantito tutti i collegamenti previsti nel programma di esercizio gestito sospendendo esclusivamente la effettuazione delle corse aggiuntive che vengono attivate con la specifica finalità di fare fronte all’aumento dei viaggiatori nei giorni di normale attività degli Istituti Scolastici superiori. Detto intervento si è reso necessario per evitare che fossero attivate corse del servizio pubblico pur essendo state sospese le lezioni dalla quasi totalità degli Istituti scolastici della Provincia”. Gli interventi che sono stati posti in essere dalla Stp “sono stati mirati pertanto ad assicurare la effettuazione delle tratte ordinariamente previste nei giorni non scolastici integrandoli con collegamenti mirati verso l’Istituto Scolastico attivo e verso altri punti di utilizzati da viaggiatori per finalità differenti dalla partecipazione ad attività scolastiche e per i quali il programma di esercizio non prevede corse nei giorni non scolastici”. Infine, la Stp ha tenuto a precisare che “dalle verifiche effettuate l’utilizzo degli autobus è risultato particolarmente contenuto senza presentare criticità di rilevo nel corso di svolgimento delle corse durante il quale il personale di guida ha posto particolare attenzione a supportare l’utenza presente alle fermate informandola via via della presenza o meno di altri autobus in servizio sul medesimo collegamento”.

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