Alberto Morobianco va in pensione

Bruno Morobianco Ottobre 02, 2015 3279

MOROBIANCO  Alberto Caro papà,

era dallo scorso 17 luglio, tuo ultimo giorno di lavoro effettivo da dipendente del Comune di Mesagne che avevo pensato di dedicarti questo pezzo. La tua è stata una storia di ordinaria quotidianità di onesto lavoratore del pubblico impiego, che pochi in Italia possono vantare. Una percentuale di presenze di servizio così alta da rasentare la perfezione.

Se tutti i dipendenti pubblici fossero stati almeno come te in Italia non avremmo mai vissuto lo spreco e lo sperpero delle risorse dei contribuenti di cui ormai non siamo assuefatti. E' stato un trentennio, che visto oggi con la consapevolezza dei miei primi 36 anni, dal sapore nostalgicamente speciale. Molto simile alle fiction tv che ci hanno raccontato l'evoluzione della società italiana della tanta rimpianta prima repubblica. Come non ricordare la tv a colori col primo stipendio, rigorosamente giapponese perché secondo le tue convinzioni era la migliore.

La certezza di una entrata regolare ti ha permesso di poter farti casa, un miraggio per la mia generazione dal mutuo trentennale, di poter dare a me e tua figlia quell'istruzione che per quelli della tua età non era necessaria in un contesto sociale economico completamente diverso dal mio, fatto di normale povertà, dell'infanzia di san cipriano, dell'acqua alla pompa e di tanto altro che per quelli della mia età rimarrà qualcosa di astratto.

Tu, semplicemente Roberto per tutti gli altri, che a un certo punto della tua vita hai dovuto farci anche da mamma perché gli imprevisti della vita ti hanno costretto a un ruolo inaspettato e certamente non auspicato e auspicabile a nessuno. Come non ricordare la visita fiscale quando sei stato assente per un malanno di stagione, proprio tu che in questi trent'anni sarai mancato non più di 20 giorni lavorativi, stima per eccesso, dandoci l'esempio ai noi giovani distratti dai tanti miti della tv e dello sport.

Un trentennio che ti ha visto sempre ligio al tuo dovere, perché a te interessava fare le tue ore lavorative senza badare ai colori politici di questa o di quella giunta, ed essere libero di fare attivismo politico non per secondi fini ma per il semplice piacere di appartenenza.

Grazie papà.