La testimonianza di chi combatte nel reparto Covid del "Perrino": "È dura ma siamo forti"

Marika Prettico Gennaio 03, 2022 1059

Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di una infermiera che ogni giorno lavora presso il reparto Covid del Perrino di Brindisi. "Sotto la cuffia, la visiera, la maschera e la tuta integrale ci sono solo rimasti gli occhi per comunicare. Con quelli dobbiamo tentare di trasmettere speranza, fiducia e conforto. Dobbiamo nascondere paura, stanchezza e fallimento. Dobbiamo affrontare questa sconosciuta e inaspettata realtà che ci è piombata addosso e accogliere nuovamente l’insicurezza della vita, del mondo e del futuro. E’ un’insicurezza che ci pervade e spesso ci impedisce di agire/reagire razionalmente trascinandoci nella paura e nell’ansia. Tutto questo ci conduce a comportamenti talvolta superficiali che ignorano la solidarietà che, a livello fisico, si manifesta nei nostri occhi, nelle increspature dei nostri volti e nei cauti movimenti dei nostri corpi.

In momenti così critici ci si rende conto di quanto le fragilità umane emergano e si manifestino con più facilità, esacerbando l’umano egoismo e il suo ancestrale istinto di sopravvivenza; Noi operatori sanitari ci ripetiamo spesso: “è dura, ma siamo forti”. Ma anche noi abbiamo paura della malattia e della morte, paura di essere contagiati e di contagiare gli altri, siano familiari o sconosciuti. Paura di non farcela, di non prendersi adeguatamente cura dei pazienti e di non fare il possibile per loro. Le altre persone ci ripetono sempre che siamo “eroi”, ma non è così. Siamo solo umani, umani fragili e, questo è certo, irresponsabilmente coraggiosi. Noi Operatori Sanitari, coraggiosi e umani e sempre presenti da quando è iniziata questa Pandemia, saremo probabilmente di nuovo dimenticati una volta che si tornerà alla “normalità”. E tornano alla mente le parole di un medico in tempo di pandemia: “…Non permettere a nessuno di chiamarti eroe. Perché dalla glorificazione mediatica all’accusa di codardia il passo è brevissimo. E quando, per investitura universale, diventi un eroe, non puoi più lagnarti se ti manca la mascherina…di essere mandato in guerra senza le armi. Perché chi ti chiama eroe ha la passione per gli slogan, isterici e riduttivi. E, in tempi normali, la “mal sanità” era uno slogan, uno dei più riusciti…”.
Noi operatori sanitari non lo scorderemo mai questo momento. Chi ha vissuto quest’emergenza in prima linea troverà impossibile dimenticare. Rimaniamo dunque consci di quanto siamo importanti e fondamentali, non solo in questo momento, ma sempre.
“Non devo avere paura. La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte che porta con sé l’annullamento totale. Guarderò in faccia la mia paura. Permetterò che mi calpesti e mi attraversi. E quando sarà passata, aprirò il mio occhio interiore e ne scruterò il percorso. Là dove andrà la paura non ci sarà più nulla. Soltanto io ci sarò.” La vostra infermiera Marika Prettico". 
Ultima modifica il Martedì, 04 Gennaio 2022 12:07