Conclusa con il botto la vendemmia 2025
Una vendemmia d’oro, nel vero senso della parola. È quella che il 2025 consegna ai viticoltori brindisini, protagonisti di una stagione che ha regalato quantità e qualità come non si vedevano da tempo. Dopo stagioni altalenanti e qualche annata segnata dalle difficoltà climatiche, quest’anno la vite ha finalmente ricompensato il lavoro e la tenacia degli agricoltori con grappoli sani, profumati e carichi di zuccheri. L’estate lunga, le temperature sopra la media e la siccità, che altrove hanno messo in difficoltà le colture, qui hanno favorito una maturazione sana e regolare delle uve, portando a un incremento produttivo di oltre il 20% rispetto allo scorso anno. Un risultato che premia il lavoro di un intero territorio, ma che lascia qualche ombra sul fronte economico: i prezzi di vendita delle uve, infatti, non hanno seguito la stessa rotta della qualità. Il mercato, ancora una volta, non ha riconosciuto pienamente il valore del prodotto, con quotazioni che in molti casi si sono quasi dimezzate rispetto a pochi anni fa. A tracciare il bilancio della stagione è Giovanni Ripa, presidente di Coldiretti Brindisi e produttore vitivinicolo.
«È stata una bellissima annata – racconta – sia sotto il profilo qualitativo sia quantitativo. Non si registrava una raccolta così abbondante da tempo. Certo, qualche criticità c’è stata, soprattutto per le uve bianche come lo Chardonnay, che hanno risentito della gelata primaverile, ma per il resto non possiamo lamentarci. L’unico vero problema resta il prezzo di mercato: rispetto a tre o quattro anni fa si è quasi dimezzato. Serve lavorare sulle rese e sulla valorizzazione del prodotto, perché solo così potremo tornare ad avere soddisfazione nel coltivare i nostri vigneti». Ottimismo anche dalle grandi cooperative del territorio. Angelo Maci, presidente onorario di Cantine Due Palme, parla di una vendemmia “tranquilla e perfetta”. «Abbiamo raccolto in condizioni ideali, senza piogge e con le tramontane che hanno garantito una ventilazione costante. I nostri mille soci, su tremila ettari, hanno conferito oltre 270mila quintali di uve tra Cellino e Lizzano. Le condizioni meteorologiche ci hanno permesso di ridurre i trattamenti fitosanitari a cinque interventi, segno di una stagione sana e pulita. I vini che stanno nascendo, dai bianchi ai rosati, fino ai rossi e alle bollicine, presentano profumi intensi e colori straordinari. È un’annata da ricordare».
Sulla stessa linea anche Emanuele Guglielmi, imprenditore agricolo tra Brindisi e Mesagne: «Le uve vendemmiate hanno raggiunto un grado Babo tra 20 e 23, segno di una maturazione ottimale. I primi mosti mostrano già ottime prospettive: i bianchi e i rosati lavorati nella cantina di Mesagne stanno fermentando bene e saranno presto pronti per nuove destinazioni». Ora lo sguardo è rivolto a fine ottobre, quando saranno pronte le prime bottiglie di vino Novello: un passaggio simbolico che segnerà il debutto ufficiale dell’annata 2025. Sarà quello il primo “test” per valutare quanto la straordinaria qualità delle uve si tradurrà nel bicchiere, offrendo ai consumatori un vino fresco, profumato e rappresentativo del territorio. Intanto se da una parte c’è la soddisfazione per una vendemmia che ha restituito entusiasmo e fiducia ai produttori del Brindisino dall’altra resta l’amarezza per i prezzi bassi, che non rendono giustizia agli sforzi dei produttori. Ma la speranza, condivisa da tutti, è che la qualità riconquistata possa presto tradursi anche in valore economico. Perché dietro ogni bottiglia del Brindisino c’è molto più di un vino: c’è un pezzo autentico di Puglia, fatto di sole, di vento e di uomini che, da generazioni, continuano a scommettere sulla loro terra.
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