COLDIRETTI PUGLIA, MINACCIA CLIMA FA PERDERE 21% PRODUZIONE E 6,2% VALORE
Il clima minaccia l’agricoltura in Puglia che anche nel 2022 perde il 21% della produzione e il 6,2% in valore, raggiungendo grazie agli sforzi delle imprese agricole, nonostante grandinate, gelate, tornado, siccità e nubifragi oltre 3 miliardi di euro di produzione lorda vendibile. E’ quanto stima Coldiretti Puglia, che ha analizzato l’andamento dell’annata agraria 2022 ai tempi della guerra in Ucraina e dei cambiamenti climatici.
Gli eventi climatici estremi hanno falcidiato tutte le produzioni, con la siccità che ha ridotto allo stremo le campagne in Puglia, facendo perdere in media 1/3 delle produzioni – denuncia Coldiretti Puglia – da oltre il 50% delle olive al 35% della frutta e della verdura, del grano, delle foraggere per l’alimentazione del bestiame, del miele, del pomodoro, con gravi danni anche sugli allevamenti di cozze e ostriche e una riduzione della produzione di latte nelle stalle.
Gli effetti della tropicalizzazione del clima e degli eventi catastrofali sarebbero stati anche più ingenti – aggiunge Coldiretti Puglia – se nei campi non fosse partita la rivoluzione digitale con gli investimenti in droni, gps, robot, software e internet delle cose che raggiungono i 650 milioni di euro per combattere i cambiamenti climatici, salvare l’ambiente e aumentare la produttività. Dai droni terrestri e aerei a guida satellitare a centraline meteo di ultima generazione, dalle smart trap con videocamera contro gli insetti nocivi ai sistemi di irrigazione automatizzata e controllata a distanza tramite app per risparmiare acqua e temporizzare gli apporti idrici alle coltivazioni, la rivoluzione tecnologica guida il futuro dei campi.
Gli effetti della guerra in Ucraina si sono fatti sentire poco sulle esportazioni che segnano un aumento (dati provvisori) del 15% rispetto al 2021, bancando oltre 2,2 miliardi di euro di vendite all’estero, ma il conflitto ha inciso pesantemente sui costi di produzione che le imprese agricole hanno dovuto sostenere.
A pesare sul settore è stato l’aumento del costo dei fertilizzanti, che in un anno è più che raddoppiato. In particolare – continua la Coldiretti regionale – l’urea è balzata a 1.100 euro a tonnellata contro i 540 euro a tonnellata dello scorso anno, secondo Cai – Consorzi Agrari d’Italia, mentre il perfosfato è passato da 185 agli attuali 470 euro/tonnellata e i concimi a contenuto di potassio sono schizzati da 455 a 1005 euro/tonnellata. I prezzi dei fertilizzanti sono aumentati dopo le sanzioni contro le aziende bielorusse che producono potassio e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che ha gettato nel caos una grossa fetta delle forniture globali. Si stima che Russia e Bielorussia costituiscano circa il 40% della produzione globale di potassio mentre la Russia produce circa il 20% dell’azoto mondiale. Le difficoltà economiche – sottolinea la Coldiretti Puglia – hanno portato a ridurre l’acquisto di mezzi tecnici indispensabili per le coltivazioni già duramente colpite dal clima anomalo. Un calo negli acquisti del 14% si registra anche per le mietitrebbiatrici, mentre le trattrici con pianale di carico perdono il 21,5% e i rimorchi il 9,5% secondo Federunacoma.
Uno tsunami che si è infatti abbattuto sulle aziende agricole con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che stanno mettendo in crisi i bilanci. Nelle campagne si registrano – insiste Coldiretti Puglia - aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio, con la produzione agricola e quella alimentare che in Puglia assorbono oltre il 10,3% dei 5,578 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) all’anno dei consumi totali, secondo l’analisi della Coldiretti Puglia sulla base dei dati Enea. In difficoltà è stata però l’intera filiera che si è trovata a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi come il vetro, che costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra un incremento del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica.
In Puglia l’agricoltura contribuisce – ricorda Coldiretti Puglia - alla formazione del PIL regionale in misura percentuale doppia rispetto alle altre regioni d’Italia, con le assunzioni di manodopera agricola pari ad un terzo di quelle effettuate a livello nazionale. L’arrivo del nuovo sistema di prestazioni occasionali che sostituisce i vecchi voucher è importante nelle campagne perché introduce una rilevante semplificazione burocratica per salvare i raccolti e garantire nuove opportunità di reddito in un momento particolarmente difficile, con la Puglia che conta oltre 170mila operai agricoli stagionali.
“Nell’ambito del Pnrr Coldiretti ha presentato progetti di filiera per oltre 1 miliardo di euro di investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 progettualità e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti. Un impegno che riguarda l’83% delle risorse stanziate dal decreto con l’obiettivo di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, sottolineando che “i contratti di filiera sono importanti per raggiungere l’obiettivo della sovranità alimentare con l’aumento della produzione Made in Italy, la riduzione della dipendenza dall’estero e la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità, sicuri e al giusto prezzo”.
Il settore agricolo può contribuire anche ad affropntare la crisi energetica con le misure parco agrisolare, agrifotovoltaico e biogas e biometano. “È importante a questo proposito procedere con i nuovi bandi sulle misure del Parco agrisolare dopo l’aggiornamento dei regimi di aiuto e delle relative soglie di intervento autorizzate. Di interesse agricolo anche le misura sulle infrastrutture irrigue, sull’innovazione e meccanizzazione agricola e sulla logistica dove è urgente intervenire per ridurre il gap competitivo delle nostre imprese sui mercati esteri”, aggiunge Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia, argomentando che “è necessario potenziare le strutture amministrative competenti assicurando l’efficienza e l’efficacia dell’azione della Pubblica Amministrazione e semplificare il più possibile i decreti attuativi delle diverse misure, anche per affrontare il continuo incremento dei costi, come è pure importante poter avere delle tempistiche adeguate per la partecipazione ai bandi”.
È anche strategico – conclude Coldiretti Puglia – poter consentire il cumulo fino al 100% delle spese che rientrano nel credito d’imposta 4.0 con gli incentivi Pnrr, possibilità oggi limitata da indicazioni del Ministero dell’economia e delle finanze, ed è inoltre fondamentale estendere al 31 dicembre 2023 il termine per usufruire del credito di imposta 4.0 e contestualmente scongiurare la riduzione della percentuale del 40% per il 2023.
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