Mesagne. Marini bacchetta i commercianti che non denunciano le estorsioni In evidenza

Tranquillino Cavallo Ottobre 17, 2016 2612

marini fabio e rosalba cotardo 2Sull’arresto di un presunto estorsore effettuato dalla polizia di Mesagne

abbiamo sentito il parere di Fabio Marini, presidente dell’associazione antiracket “Legalità e sicurezza” di Mesagne e membro provinciale e nazionale della Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura Italiane, fondata da Tano Grasso. Marini da una parte ha plaudito il lavoro del commissariato, diretto dal commissario Cotardo, e dall’altra ha bacchettato il tessuto economico mesagnese per avere il timore di denunciare gli estorsori. “Il fenomeno estorsivo è sempre stato presente nella nostra città e nel territorio brindisino, in questi anni abbiamo assistito a una puntuale e incisiva azione di contrasto da parte delle forze dell’ordine e della magistratura di fronte ad una scarsa o del tutto inesistente collaborazione delle vittime”, ha confidato il presidente secondo cui in passato “forse potevamo giustificare la mancata denuncia da parte delle vittime, vuoi per la paura o per la scarsa fiducia nelle istituzioni in generale, oggi, però non abbiamo più giustificazioni, tutto è cambiato in questi anni, diciamo nell’ultimo decennio, e tutto cambia in meglio da anno in anno. Il sistema funziona benissimo”. Il ritornello che la Fai ripete nei vari incontri con il tessuto produttivo è che “nessuno ha la bacchetta magica, il racket scompare solo se gli operatori decidono di opporsi”. E, quindi, Marini ha aggiunto: “se hanno trovato il coraggio e la forza di denunciare gli estorsori gli operatori economici di Corleone, davvero noi non abbiamo giustificazioni”. Se non si vuole denunciare direttamente alle forze dell’ordine ci si può rivolgere direttamente alle associazioni antiracket. In questo modo si ha la garanzia di riservatezza, la consulenza gratuita di esperti nel settore, esperti legali e psicologi. Si provvede insieme all’individuazione della forza di polizia competente cui sporgere denuncia, polizia, carabinieri o guardia di finanza, e, soprattutto, all’impostazione della denuncia per evitare di esporre la vittima. Si procederà poi con l’accompagnamento in tutte le fasi successive, processo compreso, con la costituzione di parte civile. Se la vittima di racket o usura ha subito danni economici, lesioni personali, l’associazione provvede a presentare una richiesta presso la prefettura per accedere al fondo di solidarietà istituito presso il ministero dell’Interno. “Faccio di vero cuore un appello alla cittadinanza e a tutti gli operatori economici del nostro territorio chiedendogli di avere uno scatto di orgoglio per riprendersi la propria dignità di uomo e libertà d’impresa, a tutte le vittime del racket o dell’usura rivolgo l’ennesimo appello: fidatevi delle istituzioni, delle nostre associazioni diffuse su tutto il territorio e denunciate”, ha concluso Marini.