Verde pubblico, mai perdere la speranza

Daniele Morleo Agosto 18, 2016 1801

prato pezzettoL'estate tende a seccare col suo caldo torrido,

avaro di piovaschi, ogni tipo di coltura. Diverso è se si tratta di verde pubblico, finanziato dai cittadini (frase in voga di recente). E' sotto gli occhi di ogni bambino che il prato del nuovo parco verde “Potì” appare più una steppa di calpestìo secco piuttosto che il “green village” tanto celebrato. A fare concorrenza al nuovo parco in cui gli amministratori di turno si sono ben presentati alla sua inaugurazione, c'è il prato antistante il castello normanno svevo di vecchissima memoria: anche esso sofferente di un prato eufemisticamente inguardabile a tratti. E' vero che bisogna vedere gli alberi crescere, avere pazienza affinché il verde pubblico secolare attecchisca maestosamente ma: chi ha cura dell'erba che secca quotidianamente sotto gli occhi di tutti? Sembra che il progetto della irrigazione del parco, come quello del castello, abbiano i requisiti irrigui per poter portare avanti dignitosamente ogni forma di verde. Progetti in regola, ditte manutentive in regola, etc... Parecchi si chiedono, di conseguenza, dove sia l'errore dell' insecchimento deprimente dei prati. Da qualche indagine specifica condotta, risulta che il buon andamento della vita di un verde calpestabile (prato) dipenda da fattori molteplici. L'ora in cui irrigare, la quantità di acqua da rendere al piantume (posto in essere da tappeti erbosi e non da semina) e la sua regolarità, la qualità con la quale viene effettuata la tosa erbacea, che se non condotta con metodi di raccolta dei residui sarebbe nefasta in quanto renderebbe anaerobio il terreno. Infine, il piano di calpestìo dove i nostri bimbi giocano con diritto, viene, di volta in volta reso accessibile all'acqua irrigua secondo piani di creazione di microaccessi del suolo per l'acqua irrigante? Dulcis in fundo molti si chiedono delle quercie secolari completamente seccate e tagliate radicalmente presso la villa comunale. Un mio maestro direbbe: “insomma tutti si chiedono a che gioco si gioca col verde pubblico?”, e si chiederebbe anche se i mezzi a disposizione dei manutentori sono adeguati alle esigenze di tanta bellezza verde magari da godersi con una bella passeggiata in bici, ove esistente.