Il giallo del furto dei prototipi, qualcosa non quadra

Giugno 30, 2016 2620

polizia e bisarca 1Qualcosa non quadra o non vuole quadrare

nel giallo del furto della bisarca con a bordo i quattro prototipi di Audi. Se è vero che ci troviamo davanti a un’operazione internazionale di spionaggio industriale è altrettanto vero che chi ha organizzato il colpo l’ha fatto, probabilmente, con il placet della malavita locale che ha fornito loro location e coperture. Dal 20 giugno, data della rapina, al 25 giugno, data del ritrovamento della bisarca, sono trascorsi cinque giorni durante i quali l’antifurto satellitare ha continuato a emettere il segnale. Allora perché non è stato intercettato prima dalle forze dell’ordine poiché hanno le strumentazioni scientifiche per farlo? Se c’era la certezza che il mezzo era nascosto in un’area di tre chilometri quadrati perché non è stato fatto alzare in volo un elicottero che avrebbe potuto individuare il camion molti giorni prima? O forse la bisarca è stata prima custodita in un capannone, dove sono state fatte scendere le preziose Audi e successivamente portata in un territorio abbastanza nascosto da occhi indiscreti e abbandonata. Solo chi ha una buona conoscenza dei luoghi può fare questo. Ripercorriamo i fatti secondo una nostra ricostruzione. L’autista ungherese è partito dalla Germania alla volta di Nardò con il prezioso carico di auto. Probabilmente è stato seguito da un qualcuno. Il mezzo quando è giunto a Bari ha lasciato l’autostrada e ha preso la statale 16 per Brindisi per poi immettersi sulla statale 7 per Taranto dove avrebbe dovuto raggiungere la città di Mesagne. Da qui avrebbe dovuto prendere la provinciale per San Pancrazio per poi giungere, dopo circa dieci chilometri, alla pista della Prototipo. Solo che sulla statale 7 è stato bloccato e rapinato del carico. La bisarca è stata portata in qualche capannone, o masseria disabitata, nell’area compresa tra Mesagne e Latiano. Qui è stata alleggerita del prezioso carico automobilistico e successivamente, probabilmente dopo alcuni giorni, portata in contrada “Cazzato” e abbandonata. La nuova tecnologia satellitare permette l’individuazione del mezzo nel giro di qualche ora. Perché ciò non è stato fatto? Se anziché un antifurto satellitare il mezzo avesse avuto a bordo un telefonino acceso sarebbe stata la stessa cosa poiché le celle avrebbero indicato il luogo in cui si trovava il camion. Perciò la storia del ritrovamento della bisarca ben cinque giorni dopo il furto non regge. Troppi se e troppi ma che andrebbero chiariti poiché infittiscono ulteriormente il giallo.