Disposta l'autopsia di Dominique Scarfone

Giugno 30, 2015 3229

scarfone-dominiqueQuesta mattina il magistrato inquirente

conferirà l'incarico per l'autopsia da effettuarsi sul corpo di Dominique Scarfone, di 44 anni di Rosarno, provincia di Reggio Calabria, e residente nel nord Italia, rimasto vittima di un attentato incendiario che secondo gli investigatori stava compiendo all'interno di una villetta in contrada Tagliata di Mesagne. I fatti si sono verificati lo scorso 24 giugno, alle 4 del mattino. Unico arrestato è Guglielmo Gullace, 25 anni di Gioia Tauro che deve rispondere di incendio doloso e di morte come conseguenza di altro delitto. In particolare gli incessanti e puntuali approfondimenti effettuati dal personale della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S.. di Mesagne, e con il concorso di personale della squadra Mobile di Reggio Calabria, di seguito all’ incendio avvenuto nella nottata odierna in Contrada “La Tagliata” di Mesagne presso una villetta, a cui era seguita la morte di S. D. di anni 44, hanno consentito d’intesa con il P.M. procedente dott.ssa Valeria Farina Valaori di dare esecuzione al provvedimento restrittivo in argomento considerate, le dichiarazioni omissive e discordanti fornite dal GULLACE. I predetti approfondimenti investigativi hanno sin da subito evidenziato le responsabilità penali del fermato in ordine alla perpetrazione dell’attentato in questione, tanto da indurre l’A.G. competente a disporre il provvedimento di fermo. In riferimento alla dinamica dei fatti, che è tuttora oggetto di ulteriori approfondimenti, sarebbe emerso che il fermato, unitamente al soggetto ritrovato cadavere all’interno della villetta, a loro in uso dalla fine dello scorso anno, si sarebbe portato nella nottata in Contrada “La Tagliata” e, dopo aver recuperato alcuni suppellettili di proprietà, avrebbe deliberatamente cosparso di liquido infiammabile l’intero immobile e poi dato fuoco; in tale circostanza, a seguito di una deflagrazione improvvisa, lo S. D. sarebbe stato investito dallo scoppio senza riuscire a trovare rifugio all’esterno, mentre il GULLACE, dopo essere riuscito a guadagnare l’uscita, avrebbe chiamato i soccorsi fornendo poi dichiarazioni mendaci in merito sia all’accaduto che ai reali motivi che li avevano spinti a recarsi a Mesagne. Sono i n corso attivissime indagini finalizzate a chiarire le motivazioni per le quali i due soggetti avrebbero deciso di appiccare l’incendio.